“DESIGN” è da sempre una delle parole naturalmente associate a Breil
Fin dalle sue origini, infatti, il marchio si è fatto conoscere soprattutto per i tratti e lo stile dei suoi prodotti, sempre ben definiti e fortemente distinguibili.
All’interno di una vetrina di un negozio, individuare un orologio o un gioiello Breil è immediato. La pulizia delle linee e allo stesso tempo l’originalità dei dettagli, l’audacia negli accostamenti, la scelta delle finiture, così come della colorazione dell’acciaio. Sono molteplici gli aspetti e le qualità che concorrono a fare di un prodotto Breil, orologio o gioiello che sia, un oggetto qualitativamente ineccepibile e non replicabile.
Ma qual è la genesi di un orologio? Come nasce un gioiello? Che processo, quali azioni stanno dietro alla collana Magnetica System? O al cronografo New One? O alla collezione Groovy?
Breil può contare su una serie di professionisti che lavorano nel Reparto di Design interno all’azienda Binda – proprietaria, produttrice e distributrice del marchio – e di altrettanti consulenti esterni di altissimo livello. In entrambi i casi, viene mostrata la medesima passione e dedizione nell’affrontare ogni nuova sfida e nel trasformare in un oggetto concreto un sogno, un’ispirazione, o anche un semplice spunto da cui partire.
I designer di Breil, ognuno con le proprie peculiarità e abilità, hanno la possibilità di esprimersi attraverso forme e costruzioni sempre diverse, con una vocazione particolare all’innovazione, spinta motore di ogni nuova proposta.
L’ispirazione può arrivare da sorgenti sempre diverse: un’opera d’arte, una sensazione, un progetto, uno scorcio… L’importante è catturarne l’essenza e tramutarla in qualcosa che può essere trasmesso attraverso il prodotto.
L’ispirazione
Gli input che possono ispirare un designer sono molteplici e paradossalmente differenti gli uni dagli altri: uno scorcio cittadino, un’architettura inusuale, un pattern o una grafica riprodotti su una rivista… ma anche elementi della natura, soprattutto quando si tratta di disegnare gioielli.
Mentre la progettazione degli orologi deve infatti sottostare ad alcune regole imprescindibili, come le dimensioni delle casse, i volumi proporzionati, i vincoli dimensionali dati dai movimenti (in particolare da quelli più pregiati e complessi, che sono notoriamente più grandi) fino agli accostamenti più corretti tra bracciale e anse… quando si trattano i gioielli le forme possono essere spinte oltre ogni immaginazione.
Nella prima fase del processo creativo spesso i designer utilizzano il Mood Board, vale a dire una raccolta di immagini accuratamente scelte e selezionate a seconda dell’obbiettivo, che vengono accostate per dare concretamente forma a un concetto e aiutare il processo creativo e l’elaborazione di idee. E’ affascinante entrare nei loro studi in questa fase progettuale: le pareti sono tappezzate di ritagli, di immagini, di colori, risultato di un’intensa operazione di ricerca. La selezione viene poi ulteriormente approfondita, al fine di elaborare il Mood Board specifico, un vero e proprio concentrato di stimoli preziosi.
L’ispirazione può arrivare anche da uno sguardo al passato: attingere all’heritage del marchio può rivelarsi un’esperienza emozionante e molto stimolante. Negli ultimi 30 anni della sua storia, Breil ha dato vita a collezioni e prodotti unici, che in alcuni casi hanno fatto la storia dell’orologeria e della gioielleria. Pescare da quelle linee e forme e creare nuove suggestioni in linea con le tendenze più attuali significa cimentarsi in un progetto complesso ma eccitante: la sfida risiede nella capacità di non snaturare il DNA del marchio, riconfermando quindi suoi stilemi più intrinseci, ma allo stesso tempo renderlo accessibile e appealing anche per i fruitori più moderni ed esigenti.
Il processo creativo
Il processo che culmina con la creazione di un nuovo gioiello o orologio, immediatamente legato a un concetto assoluto di creatività e visto come un’ispirazione molto astratta, in realtà si realizza a partire da processi strutturati e replicati sulla base delle necessità specifiche.
Nel caso dei prodotti Breil, il tutto ha origine da un’analisi di mercato estremamente razionale e approfondita, che prende in esame le tendenze, i volumi di vendita, le necessità di marketing e mille altri aspetti concretamente misurabili.
Fa sorridere pensare a come tutti questi dati si trasformino poi in qualcosa di altamente creativo e, a volte, liberatorio per il designer.
I primi schizzi di ogni prodotto vengono fatti ancora a mano, quasi per trarre ispirazione dai segni stessi che lascia la matita sul foglio.
Esattamente come accade per un musicista, che si abbandona a un processo evolutivo nel comporre, anche il disegnare necessita pratica, dedizione e perseveranza. A partire da questo gesto nobile e antico, si aprono mille strade percorribili.
E il designer deve affidarsi alla sua esperienza e alla sua intuizione per decidere che percorso creativo intraprendere, a discapito di altri.
Segue poi la trasposizione di quegli stessi segni in digitale: a quel punto i programmi più avanzati di design permettono di approfondire ogni traccia, di elaborare in maniera precisa e metodica ogni genere di ispirazione, magari trovando soluzioni inaspettate e sorprendenti.
Il disegno finale
Dopo questa lunga ed elaborata fase, il designer è pronto a dare forma definitiva al proprio progetto attraverso strumenti digitali che perfezionano i disegni, gli schizzi e gli elaborati cartacei.
Una volta finalizzato in tutte le sue componenti e specifiche, il disegno può essere utilizzato per la creazione di prototipi rapidi in resina: sarà possibile vedere per la prima volta l’oggetto in formato tridimensionale.
Dalla carta, dallo schermo, il gioiello o l’orologio (in questo caso, più facilmente, alcune sue componenti come la cassa, una chiusura o le anse..) prende forma e si mostra ad uno stadio più avanzato, iniziando a dare visibilità concreta alle sue potenzialità.
Da quel momento ha inizio un processo di sviluppo che è molto complesso e che richiede anche molto tempo, gestito dal reparto R&D interno all’azienda, a quattro mani con i diversi fornitori.